Diorama pittorico di ambiente paludoso riferibile agli ambienti continentali del Pliocene del Piemonte meridionale

Paleoecologia: percorsi di educazione ambientale

Paleoecologia. Presentiamo un’interessante pubblicazione a cura del Prof. Pier Luigi Cavalchini (presidente “DSF docentisenzafrontiere – Piemonte”): “Educazione ambientale e conoscenza diretta del territorio attraverso la Paleoecologia. Quattro percorsi di Educazione Ambientale tra passato e presente”.

Paleoecologia

Presentazione

Come è noto, l’ecologia è lo studio scientifico del modo in cui gli organismi moderni interagiscono con il loro ambiente. Praticamente, gli ecologisti studiano una grande varietà di fenomeni, di situazioni, di evoluzioni, riconducibili – però – a due filoni base: autecologia e sinecologia.

L’autecologia si occupa di l’ecologia di un singolo taxon, come un ghepardo, una conchiglia di Glycymeris o un echinide. Le ipotesi scientificamente possibili potrebbero riguardare il modo di vivere, le abitudini alimentari e di crescita. E i fattori fisici e chimici che ne caratterizzano o hanno caratterizzato l’esistenza.

La sinecologia esamina il complesso interazioni tra popolazioni di una singola specie o tra comunità di organismi. Esempi di studi sinecologici potrebbero riguardare le relazioni tra una varietà di grandi felini e le loro prede sul pianure dell’Africa. Gli organismi associati a una macchia di cozze su una costa rocciosa. O le relazioni chemiosimbiotiche all’interno delle comunità di coralli di acque profonde, esaminandone struttura trofica e caratteristiche distintive.

I paleoecologi cercano di ottenere e divulgare informazioni simili sugli organismi fossili riguardanti comunità antiche, dal preCambriano fino al Neogene. Gli studi paleoecologici, è giusto ricordarlo, possono avere rilevanza anche al di fuori della sfera della paleobiologia.

Gli organismi non sono solitamente distribuiti in modo casuale ma inseriti / adattati in particolari insiemi di condizioni ambientali. Es. salinità, luce livelli, consistenza del substrato e temperatura. Una volta stabilito che un particolare taxon fossile aveva una serie particolare di requisiti per l’habitat, la presenza o l’assenza di tale taxon può essere utilizzata in un contesto geologico più ampio come indicatore paleoambientale.

Ad esempio, organismi stenoalini come echinodermi e brachiopodi, che non hanno capacità ad espellere l’acqua ottenuta per osmosi, sono limitati a salinità marina normale. Quindi la presenza di questi taxa superiori è stato ampiamente utilizzato come an indicatore di salinità normale prevalente. Per altri gruppi, tramite una conoscenza approfondita delle paleoecologie dei loro generi o specie, si è potuto meglio comprendere il loro paleoambiente.

Le aree prese in considerazione nel lavoro

Il confronto tra due contesti territoriali differenti come il “Bacino di Praga” ed il “Bacino Terziario Piemontese” evidenzia come realtà lontane possono essere accomunate da un argomento comune. In questo caso i fossili, come testimonianze che raccontano le epoche e gli ambienti lontani così diversi da quello che conosciamo oggi.

Livio Negro, Presidente Ente Parco Paleontologico Astigiano

Vengono considerate diverse condizioni paleoambientali di quattro punti precisi dell’area sud-ovest del cosiddetto “antico golfo padano”, nell’attuale Italia del Nord. Il lasso di tempo preso in considerazione è quello che va dal periodo oligocenico al Pliocene / Pleistocene. Un lungo tratto di vita evolutiva di quasi trentacinque milioni di anni, con condizioni di mare profondo anche se non distante dalle coste nord e sud, prima fino a condizioni di mare con profondità limitate, fenomeni paludosi e frequenti situazioni di totale assenza di acqua, con conseguente formazione di stratificazioni gessoso-solfifere. Da ciò deriva la possibilità di risalire alla via di scogliera, di tipo tropicale, con una fantasmagoria di colori, forme, attività vitali, come pure alla vita antica di grandi creature di mare aperto come le balene. Una situazione totalmente differente dalla attuale, caratterizzata da una operosa e molto popolata pianura contornata da colline di media altezza.

L’altra area presa in considerazione è quella, descritta in apertura di documento, riguardante il territorio a sud ovest di Praga (Repubblica Ceca). Con tracce importantissime di vita antica. Addirittura oltre i cinquecento milioni di anni fa. Gli studi sono ancora in corso, così come le scoperte di forme animali e vegetali sempre nuove e sorprendenti. Anche la qualità dell’acqua di “vita normale” di tali organismi, doveva essere differente. E, proprio grazie ai resti fossili in nostro possesso, sono possibili ipotesi ragionevoli e scientificamente valide. Un ambiente con grossi pesci corazzati, con molti tipi di trilobiti, con pochi lamellibranchi e molti brachiopodi, abbinati ad esseri viventi per noi difficili da immaginare. Come i graptoliti o particolari scorpioni di mare. Anche qui un mare meraviglioso, pieno di vita, che ha dovuto convivere con sommovimenti improvvisi dovuti alla tettonica crostale e quindi con fenomeni vulcanici estremi.

Due aree ben definite che ci fanno apprezzare le meraviglie della nostra Terra. Ce ne suggeriscono la difficile evoluzione nel tempo e, pertanto, ci esortano a preservarla, il più possibile, oggi. Si tratta, in sostanza, di una proposta di approfondimento. Da effettuare anche con visite sul posto e con l’esame di tutto quanto ci può aiutare a capire meglio questi spicchi di vita passata. Una vera avventura che, come si può immaginare, può essere estesa alle migliaia di siti segnalati un po’ in tutto il mondo. E che coprono, dettagliatamente, ogni singolo momento dell’evoluzione terrestre che, a ben vedere, è anche la nostra evoluzione.

La proposta si articola in descrizioni esplicative delle aree e con la presentazione di brevi racconti che provano ad attuare la trasposizione, il “ponte/temporale” tra passato e presente. Idee non nuove, certo, ma utili come base per ulteriori approfondimenti.

Grazie a questo libro rileggiamo il paesaggio intorno a noi e sotto la crosta di asfalto e cemento, di centri commerciali, di zone industriali, di campi modellati dall’intervento umano. Sotto la cappa di smog cancerogeno, tappeti di automobili e foreste di edifici, possiamo incantarci e immaginare un mondo perduto, il Jurassic Park di casa nostra. Speriamo dunque che grazie a questo lavoro sia possibile sviluppare il senso di meraviglia per la prodigiosa creatività della natura. E curare il seme dell’umiltà e del senso del limite.

Mario Salomone, Segretario generale WEEC Network

Foto di copertina: Diorama pittorico di ambiente paludoso riferibile agli ambienti continentali del Pliocene del Piemonte meridionale. Archivio del Dipartimento di Scienze della Terra.

Redazione

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